Nel precedente articolo di riepilogo abbiamo parlato di una situazione stratosferica dinamica ed in evoluzione, a cui ha fatto da contraltare, però, una troposfera rivelatasi alquanto letargica. Tale stato di cose ha pregiudicato quasi per intero il mese di gennaio.
In accordo con la regola di Vaughn e Polvani, che prevede un vortice polare destrutturato per 45-60 giorni a partire dall'inizio di un deciso riscaldamento in stratosfera, non si poteva però alzare bandiera bianca a solo un mese circa dall'inizio dell'inverno. E' infatti bastato un minimo cenno di modifica nella disposizione delle figure bariche del nostro emisfero, a livello troposferico, per determinare un cambiamento più marcato della circolazione globale, con conseguenze differenti anche sul nostro territorio. Dopo la prima passata artico-marittima di inizio mese, l'alta azzorriana ha infatti conquistato geopotenziali in atlantico, supportata anche dalla ripresa del vortice polare in sede canadese. Il risultato di tali manovre è stata la prima irruzione di aria artico-continentale sull'Italia, e quindi anche sulla nostra regione, con conseguente sensibile calo dell temperature e con la comparsa della neve anche a valle. Un minimo, creato proprio dall'affondo gelido, in traslazione sulla bassa sicilia verso lo Ionio ha difatti portato, giorno 10, forti precipitazioni sulla nostra provincia. Le più colpite sono state le zone nord della stessa, che hanno visto accumuli di tutto rispetto. Citiamo tra tutte le bellissime nevicate di Castrovillari e a Morano, con di 25 e 40 cm. Le forti nevicate hanno interessato anche paesi come San Marco Argentano e San Basile. La bianca dama ha fatto comparsa, con minore intensità e trasporto, anche nella valle del crati. Il manto bianco ha raggiunto i 9 cm circa nelle zone più esposte alle precipitazioni, quelle più settentrionali, sfavorendo quindi il centro cittadino di Cosenza e zone limitrofe (si escludono ovviamente le zone medio-alto collinari). A tale proposito si consiglia di visitare le sezioni Gallery e Focus del nostro sito, per reportage completi e testimonianze fotografiche.
Quello del 10 rimarrà però un episodio isolato. Il vortice canadese ha infatti successivamente perso gradualmente di forza, e dopo un'ulteriore passata "fresca", nei giorni 12 e 13, si è andata ad innescare una seconda retrogressione di aria gelida proveniente dalla Russia, con direttrice, però, troppo settentrionale, per il motivo sopra citato. La calabria si è ritrovata quindi sotto il richiamo di aria più mite e umida, con temperature sopra media e instabilità spiccata, quasi fino alla fine di Febbraio, quando la traslazione della struttura fredda verso est ha prodotto le ultime residue nevicate a quote medio-alte. Le temperature medie mensili, a valle, al 28 di Febbraio, sono risultate sostanzialmente in media con i dati CLINO, con un surplus pluviometrico comunque ridotto (20% circa).